Formaggio: quale e quanto mangiarne?
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A parte chi soffre di intolleranze al lattosio o chi per altri motivi dietetici o personali non ne mangia, per tutti gli altri il formaggio è spesso un salva cena o diventa un'opzione "light e veloce" per la pausa pranzo. Il formaggio è una buona fonte di proteine, calcio, e vitamina, ma anche di grassi saturi, sale (sodio) e colesterolo potenzialmente dannosi, se assunti in quantità, per la salute cardiovascolare. Per queste sue caratteristiche, il formaggio non dovrebbe mai essere usato come aggiunta ad un pasto. Il formaggio deve essere considerato un vero e proprio secondo piatto da alternare a carne, uova, pesce, legumi e quindi usato come alimento aggiunto a un'insalata, per esempio, o alla pasta o al riso, ma sempre tenendo conto della frequenza di consumo settimanale e delle quantità.
I formaggi da preferire sono quelli freschi come la ricotta, lo stracchino, la mozzarella e i fiocchi di latte, in cui la quantità di grassi e sale è più bassa rispetto ai formaggi stagionati perché contengono più acqua. La feta viene a torto ritenuto più "sano" rispetto ad altri formaggi a pasta semidura quando in realtà ha più o meno gli stessi valori nutrizionali a parte il contenuto di sodio che risulta più alto.
In generale si consiglia un consumo di una porzione di formaggio fino a 2 volte alla settimana.
Secondo quanto riportato dai LARN (livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per la popolazione italiana) la porzione adeguata è di 100 g per i formaggi freschi e 50 g per quelli stagionati.